DIAGNOSI DEI DISTURBI DELL’EQUILIBRIO
L’iter diagnostico prevede varie fasi tra loro in logica e non modificabile successione:
l’anamnesi consente di formulare un’ipotesi diagnostica sia topografica che eziologia,
la valutazione clinica non strumentale fornisce elementi per la diagnosi topografica
e funzionale, la valutazione strumentale otoneurologica consente una maggiore
precisione per la diagnosi topografica e funzionale. I contributi complementari
specialistici (audiologia, EEG, EMG, potenziali evocati, es. radiologici, consulenza
angiologica, oculistica, odontoiatrica, es.ematochimici) consentono abitualmente
di porre diagnosi.
ANAMNESI

Deve identificare:
- il tipo esatto del disturbo del paziente.
- La durata della crisi
- Il tipo di decorso della sintomatologia
- I fattori scatenanti
- I sintomi concomitanti
- La correlazione con altre patologie.
VALUTAZIONE CLINICA NON STRUMENTALE
Nistagmo spontaneo
:
Va ricercato facendo assumere al paziente le seguenti posizioni di sguardo: posizione primaria, 30°-40° a dx, posizione primaria 30°-40° a sx e nella stessa maniera verso l’alto e verso il basso.
Nistagmo rilevato
:
Nistagmo di posizione: quando non si è evidenziato un nistagmo spontaneo in posizione seduta si può cercare di rilevarlo ponendo il paziente in decubito supino, in decubito laterale destro o sinistro. In decubito supino con capo iperesteso al di fuori del piano d’appoggio (posizione di Rose). Nistagmo da scuotimento del capo (head shaking nystagmus): si considera positivo quando compare entro i primi 20 sec dopo lo scuotimento con sequenza di almeno tre scosse ben definite ed è, generalmente, positivo nelle vestibolopatie periferiche.
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